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Niente più niente al mondo

PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONTÀ, IL DEBUTTO DELLO SPETTACOLO È RINVIATO ALLA STAGIONE 2015/2016. SCUSANDOCI PER L’INCONVENIENTE, ABBIAMO PROGRAMMATO LA SOSTITUZIONE CON UNO SPETTACOLO OSPITE CHE ANDRÀ IN SCENA VENERDÌ 8 MAGGIO ALLE ORE 21.00. A BREVE, QUI E SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK TUTTE LE INFO.

Una “quotidiana” tragedia familiare. Sullo sfondo quartieri operai che operai non sono più. La totale assenza di prospettive di vita quando non si è più produttivi. L’essere consumatori, comprare per essere vivi. L’assenza di strumenti culturali per opporsi allo squallore dell’esistenza.


La televisione come modello, unico sbocco e sfogo.


La Torino di Carlotto è lo specchio dell’Italia contemporanea che si spinge molto più in là di quanto ci raccontano i media nostrani: se nelle rappresentazioni dominanti l’Italia viene descritta come un paese sano con qualche problema, in “Niente, più niente al mondo” l’immagine è marchiata da contrasti forti, difficilmente ricomponibili.
Attraverso il racconto in prima persona di una madre, scorgiamo lo spaccato di una umanità ferita, senza legami sociali che non siano quelli astiosi di chi -ben ammaestrato dai registi del senso comune- si percepisce invaso dagli immigrati. E in cui le uniche divagazioni possibili sono tra i prezzi stracciati dei centri commerciali e i reality televisivi.


Un monologo femminile, come ne “La voce umana” di Cocteau, come nel finale dell’Ulisse di Joyce. Il monologo è una forma efficace che permette di aggirarsi nelle anse più riposte del pensiero, di dare peso anche ai gesti più logori: “Mi alzo alle sei, preparo il caffè e accendo il televisore. D’inverno non alzo mai le serrande per evitare di guardare le finestre dei palazzi di fronte”.


Le umiliazioni, la pena del vivere sono diventate una psicopatologia della vita quotidiana da cui non c’è scampo.
L’odio per gli altri assume nella protagonista la tonalità emotiva dell’invidia e dell’esaltazione dei ricchi, perché i ricchi sono furbi, perché loro sanno come va davvero il mondo. Che il marito e la figlia non la seguano nei suoi deliri è la riprova della loro inettitudine. Ma, per fortuna, c’è sempre lei che mette rimedio alla loro insipienza…