PASSATO
L’Officina Teatrale degli Anacoleti è stata ufficialmente costituita il 1 febbraio 2006 per volontà di sedici allievi del corso d’avviamento al Teatro tenutosi presso il circolo culturale Officine Sonore in via Ugo Shilke a Vercelli dall’ottobre 2005. Le origini dell’Officina Teatrale non risiedono tuttavia nel mero desiderio di costituire un’Associazione fine a se stessa, bensì nel proponimento di convogliare le passioni e le aspirazioni lentamente germogliate nei cuori degli stessi allievi durante la loro esperienza di formazione, per sviluppare e promuovere la crescita di una scuola e di una compagnia stabile, con l’obiettivo di realizzare produzioni teatrali in cooperazione, sinergia e scambio con realtà d’altre città italiane per un nuovo sviluppo del Teatro nella nostra città e nel nostro paese.
PRESENTE
Non c’è un presente uguale al passato per noi e nemmeno il futuro così come l’abbiamo immaginato l’altro ieri. Forse anche il teatro definito “stabile” comincia a fare i conti con questo pallottoliere. Non esiste più una “stabilità” ricolma di contributi a “prescindere”; probabilmente è giusto così, sia pur nella amara constatazione di quanto la politica o meglio, ciò che ne è rimasto, continuerà a foraggiare, per quanto potrà, convenienze e clientele invece del Merito (quella “cosa” che -al contrario- comprende fortemente l’uso dell’applauso sincero o, viceversa, degli ortaggi altrettanto schietti). Camminiamo liberi, risoluti e imprudenti sul sentiero che abbiamo scelto e intrapreso, carichi di debiti e idee meravigliose, avendo il pudore di nascondere i nostri ideali per non smarrirli nella mediocrità, fino alla sera, quella sera, in cui riusciremo nuovamente nell’impresa di rappresentarli nell’unico luogo che riconosciamo deputato a rappresentare la Verità delle umane vicende: il Teatro. E ancora il sentiero si dividerà nel dilemma di un altro bivio, e così per sempre, sino a quando esisteremo.
FUTURO
“Da dove può venire il rinnovamento? Da gente scontenta della situazione del teatro normale e che si assuma il compito di creare teatri poveri con pochi attori, “compagnie da camera” […] oppure da dilettanti che lavorando al margine del teatro professionista, da autodidatti siano arrivati ad uno standard tecnico di gran lunga superiore a quello richiesto nel teatro dominante; in una parola, pochi matti che non abbiano niente da perdere e che non temano di lavorare sodo.
Jerzy Grotowski