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Diatriba

Ambientato alla fine degli anni Settanta, è il monologo di una donna innamorata dell’ amore . Ma coinvolta nel crollo del proprio matrimonio. Attraverso le parole di Graciela o, più precisamente, il suo sproloquio, ricolmo di colpa, frustrazione e rabbia, ma anche di sogni infranti, assistiamo al dipanarsi di una vicenda di sentimenti che viene annunciata sin dalla prima battuta: “Niente somiglia all’inferno più di un matrimonio felice”.


Graciela getta in faccia al marito il disincanto della progressiva disaffezione: la fiducia impoverita dal tradimento, il rispetto eroso dall’indifferenza. E’ il momento in cui questa donna, amante instancabile, perfezionista, ansiosa, si ribella e lascia che la propria anima dolente abbracci una libertà che sottende ogni sillaba, ogni urlo silenzioso e sanguinante. Stanca di schiantarsi contro le pareti di un carcere fatte di noia e di ipocrisia.


“Diatriba d’amore contro un uomo seduto” è un invito generoso e schietto, un’ attenta e sottile immersione nel nocciolo emotivo e assetato d’amore di una donna che rifiuta le apparenze del matrimonio per gettarsi fra le braccia non dell’uomo ma della vita. E preferisce l’eutanasia dell’amore alla sua convenzionale sopravvivenza.
Graciela è la donna in grado di restituirci il passato nel presente del suo disincanto, attraverso i ricordi impreziositi dall’ emozione.


Marquez consegna all’ attrice un ruolo ricco di sfumature, perché il ricordo vive in prima, seconda e terza persona. In lei rivivono i personaggi che sono testimoniati nelle parole. Donna Graciela è delusa, eccitata, arrabbiata, volgare e colta … E sempre magnificamente umana.


L’uomo, muto, in attesa, assente, conservatore e pragmatico. Il freno crudele all’irruenza emotiva della donna. La realtà si scontra rumorosamente con il sogno di ciò che avrebbe potuto essere. Ed era, dopo tutto.
“Diatriba d’ amore contro un uomo seduto” ci mostra un’ anima generosa di femminile ricchezza nel servizio d’ amore, una verginità interiore ribelle e inattaccabile dai rovesci dell’intimità. Solo una donna poteva parlare d’amore a un uomo che legge o finge di leggere, che è seduto lì accanto … e finge di esistere.


Così, nell’avvolgente atmosfera intrisa di bossa nova, affidata alla voce e chitarra di Aldo Di Bernardo, una donna carnale, interpretata da Cristina Pagliolico, ingaggia la sua intima e autentica diatriba contro un uomo…d’aria.
Solo uno scrittore come Gabriel García Márquez poteva consegnarci un ritratto di donna tanto commovente e autentico.