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LA SPARANOIA

Una generazione di giovani dinamitardi vive a casa e pulisce il bagno.

Personaggi dall’ambigua e smisurata ambizione politica mettono in ordine casa, soffocati dall’elettrodomestico: un anarchico con la passione per Rai 1, Bin Laden amante dei bidet e Stalin, in cerca di una piastra per baffi.

Su tutto piange una paralisi da tisana pomeridiana.

È così che la nostalgia della rivolta lascia spazio a un mortuario pisolino.

Le tentazioni sovversive colano a picco nel baratro della quotidianità spicciola.

In scena compare una bomba. Una bomba senza connotazioni politiche, indifferente, impietosa e impaziente di essere detonata.

La Sparanoia nasce come occasione di esplorazione del grido soffocato di una generazione addomesticata, della rabbia scolarizzata che ha imparato a dare del “lei”, di serial killer narcolettici, bolscevichi da divano che, invece che conquistare la piazza, sonnecchiano su un cuscino: di chi preferisce alle strategie d’attacco, le previsioni meteo. Ma allora, che farsene di una bomba?

Scagliarla come una molotov contro qualcuno, in un attimo di vitalità terroristica? O piuttosto lasciarla lì e aspettare che si spenga? Disinnescarla, disinnescarci?