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Piccola società disoccupata

“Piccola Società Disoccupata” è il secondo spettacolo di Beppe Rosso sul mondo del lavoro contemporaneo.
Questa volta è il conflitto generazionale ad essere al centro dell’allestimento, quel disagio che intercorre tra giovani e vecchi nel affrontare l’attuale trasformazione dell’uomo in rapporto al lavoro.
Riprendendo alcune tematiche dello spettacolo precedente ora ci si addentra nel mondo conflittuale e antagonista che caratterizza il mercato del lavoro e che contrappone le generazioni, anche nel loro modo di concepire il mondo.
Tre attori di diversa generazione formano una “piccola società disoccupata” interpretando vari ruoli in un gioco cinico ed esilarante; sono personaggi che si dibattono con astuzia in una lotta senza esclusione di colpi per conservare o trovare lavoro, una lotta del tutti contro tutti, in cui non mancano slanci d’amore, ingenuità e momenti di grande illusione; quell’illusione che aiuta a vivere e dà la forza di andare avanti nonostante le situazioni avverse.
E’ un mondo dove è evidente la fragilità individuale che di volta in volta si trasforma in astuzia o in follia solitaria. Astuzia e follia che sono anche strategie di sopravvivenza in una commedia contemporanea dove ogni scena apparentemente reale attraverso lo humor e il paradosso viene portata ad estreme conseguenze tragicomiche.
Il testo di Remi De Vos propone un florilegio di situazioni che toccano quasi tutti i ruoli che attualmente offre il mercato del lavoro: il precario, il disoccupato, il freelance, l’occupato a tempo indeterminato o l’occupato in via di licenziamento. Più situazioni legate da un filo rosso che nell’insieme ricostruiscono la “commedia” del mondo del lavoro in questa società post-industriale.

Rémi De Vos, autore francese, tra i maggiori degli ultimi decenni, acclamato da pubblico e critica in patria, ma ancor pressoché sconosciuto in Italia, ci fa entrare nel dramma con un linguaggio imprevedibile ed incalzante che scarta qualsiasi deriva retorica e rivela l’assurdo “indecifrabile” che stiamo attraversando.

Una Piccola Società Disoccupata che riflette sul passato e sul futuro; su cosa avviene in una società centrata sul lavoro quando il lavoro viene a mancare? Dove porterà questa nuova rivoluzione industriale, condurrà alla società della disoccupazione o a quella del tempo libero? Evidenti le diverse considerazioni e risposte che le generazioni ancor attive ne danno ed evidente il conflitto strisciante che contrappone giovani e vecchi. Entrambi immersi dentro un mondo in cui tutto è mercato, dentro un vortice di mutazione sociale ed antropologica sempre più veloce dominato da formule matematiche, statistiche e ricerche di mercato.
Il teatro, mestiere antico e lento, può tentare di fermare un attimo questo vortice e riportare al centro l’uomo, le sue paure, le contraddizioni, le fragilità e i paradossi che incontra sulla strada del lavoro, trasformando la complessità del momento in puro gioco teatrale.
Impossibile trovare una soluzione, solo l’ironia può svelare cose che la ragione e i dati statistici non ci fanno comprendere.

È il conflitto generazionale al centro dell’allestimento, quel disagio che intercorre tra giovani e vecchi nell’affrontare l’attuale trasformazione dell’uomo in rapporto al lavoro. Tre attori di diversa generazione formano una “piccola società disoccupata” interpretando vari ruoli in un gioco cinico ed esilarante; sono personaggi che si dibattono con astuzia in una lotta senza esclusione di colpi per conservare o trovare il lavoro. Il testo di Remi De Vos propone un florilegio di situazioni che toccano quasi tutti i ruoli che attualmente offre il mercato del lavoro e, nell’insieme, ricostruiscono la “commedia” del mondo del lavoro in questa società postindustriale.

Roberto Mazzone “Teatro.it”