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Che bello cafè

Festival di Sanremo 1958. Per la prima volta nella storia della canzone italiana un giovane autore canta una canzone scritta da lui stesso. “Nel blu dipinto di blu” è una deflagrazione, un punto di non ritorno nel mondo della musica leggera.
Nasce la prima vera figura di “cantautore”.
Tre anni dopo, nel 1961, un giovane scapestrato della Genova bene che, rifiutando lo status borghese, si immerge nell’inferno della città vecchia, degli emarginati e degli ultimi, scrive la sua prima canzone, dichiaratamente ispirata al mondo di Modugno, “Nuvole barocche”. E’ l’esordio di Fabrizio De Andrè che, da lì in avanti, verrà riconosciuto come il più importante cantautore italiano.

 

Tiberio Ferracane, autore di uno spettacolo dedicato a “Mister Volare” e Federico Sirianni, autore di “Si chiamava Faber”, un viaggio molto personale nel mondo di De Andrè, sono i “promotori” di questo incontro.
Non sappiamo se Mimmo e Faber si siano mai frequentati nella realtà, sappiamo che si stimavano moltissimo tanto che De Andrè, nel disco “Le nuvole”, omaggia “O cafè” di Modugno nella celeberrima “Don Raffaè”.
“Che bello cafè” è lo spunto per raccontare e cantare i due grandi mostri sacri della canzone italiana.

 

Tiberio Ferracane, d’origine siciliana, incarna la forza viscerale con cui Modugno interpretava le sue canzoni. Federico Sirianni, genovese, ha conosciuto e frequentato De Andrè sin da quando era bambino e ne racconta tratti assolutamente inediti.